Oltre a comunicare ai visitatori un senso di pace e serenità, il nuovo parco dedicato a don Giovanni Gaddoni dall’Istituto agrario Scarabelli — che sarà inaugurato domani alle 10.30 con una messa nella chiesina dell’Istituto Agrario di Imola in via Ascari —, ha una valenza simbolica ancora più forte di quanto si possa immaginare a prima vista. «L’idea è nata dalle famiglie dell’associazione Ex allievi dello Scarabelli — spiega il dirigente scolastico Maria Benedetta Borini —.
Il parco è stato costruito con un monolite al centro di un cerchio, che rappresenta la stabilità dell’istituto che si apre, però, per raccogliere in un abbraccio gli studenti che lo hanno frequentato e le persone che ci hanno lavorato.
Poi è collegato alla chiesa da una stradina di ghiaia, che indica una sorta di ponte che collega i vecchi allievi alle generazioni future». Il progetto del parco è di Pietro Martelli, ex allievo dell’istituto come Fausto Ravaldi, Aldo Pollini, Annarosa Finelli e Francesco Mariani, che hanno spiegato alla stampa il senso dell’iniziativa e quello di appartenenza all’istituto.
«Celebriamo i 130 anni dalla fondazione della scuola e il 40esimo anno di fondazione dell’associazione Ex alunni — raccontano i membri dell’associazione —. I parroci don Gian Luca Grandi e don Natale Tomba celebreranno una messa in ricordo del nostro insegnante di religione don Giovanni Gaddoni e di tutti coloro che hanno avuto a che fare con lo Scarabelli».
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ex allievo dell’istituto, inaugurerà la targa dedicata al ‘mondo scarabelliano’ con l’immagine della scuola prima della seconda guerra mondiale, posta sotto al monolite alto due metri e mezzo che proviene dal Brasile.
L’associazione ha speso 11mila euro per realizzare il parco grazie al contributo della Banca di Imola, della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, delle banche di credito cooperativo del Ravennate e della Romagna occidentale e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
«Intorno al parco abbiamo piantato quattro alberi: un acero, un tiglio, una quercia e un frassino — racconta il presidente dell’associazione Francesco Mariani —. Noi continuiamo a essere molto legati allo Scarabelli perché siamo orgogliosi dell’eccellente formazione ricevuta e intendiamo trasmettere anche ai futuri allievi la nostra stessa passione».