Sabato 9 novembre 2019 presso la Sala Simposium dell’Hotel Molino Rosso in Imola, si è tenuta una mattinata di studi dedicata alla coltura del nocciòlo, patrocinata dall’Associazione ex Allievi Periti Agrari Scarabelliani, unitamente all’Istituto Agrario G. Scarabelli di Imola, agli Ordini Professionali dei Dottori Agronomi e dei Periti Agrari e Laureati delle Province di Bologna e Ravenna ed alle Organizzazioni Professionali Agricole Coldiretti, CIA, Confagricoltura e UGC-Cisl.

Il convegno, introdotto e coordinato dal P.A. Pierangelo Raffini già Assessore all’Agricoltura e Attività Produttive del Comune di Imola, ha visto succedersi i relatori più qualificati ed esperti, a livello nazionale, nella coltivazione del nocciòlo e della trasformazione industriale del frutto della pianta.

Gli interventi

Gli aspetti relativi alla agro-coltivazione sono stati trattati dal dott. Claudio Sonnati di AGRION, Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura, latore della grande esperienza e conoscenza proveniente da quella che è la terra di elezione della corilicoltura, la zona di Alba, ove per altro opera da decenni l’industria dolciaria Ferrero s.p.a.

Il compito di descrivere e indicare i criteri di difesa dalle patologie che colpiscono il nocciòlo è stato assolto dal dott. Aldo Pollini, notissimo entomologo, autore di fondamentali contributi bibliografici attinenti le malattie che colpiscono le principali e più diffuse colture erbacee ed arboree coltivate in Italia.

Gli aspetti economici e la redditività attesa dalla coltivazione del nocciòlo, quali l’entità dei costi e dei ricavi colturali, dall’impianto del noccioleto alla fase di piena produzione, sono stati trattati dal prof. Carlo Pirazzoli, Docente Universitario presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna.

Il dott. Fabio Piretta – primo responsabile del processo di trasformazione industriale, a partire dal frutto in guscio fino al prodotto base per la vastissima gamma dolciaria che realizza Ferrero s.p.a. – ha indicato i criteri di valutazione e valorizzazione del prodotto agricolo idoneo ad accedere alla filiera agro-industriale.

Il dott. Nicola Benatti, responsabile della redazione della carta dei suoli vocati della Regione Emilia Romagna, ha dato indicazioni circa l’eventuale adattabilità del nocciòlo nell’imolese ed in particolare sull’opportunità di proporne l’introduzione nella vallata del Santerno e nelle altre vallate limitrofe.

Non sono peraltro mancati gli interventi di chi, tra gli agricoltori delle nostre zone, ha recentemente avviato la realizzazione di nuovi impianti di noccioleto ovvero già da tempo produce e trasforma il frutto.

A conclusione dei lavori è intervenuta la dott.ssa Simona Caselli, Assessora all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna.

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